giovedì 6 ottobre 2011

iParadise: l'ultima applicazione di Steve Jobs

Le applicazioni per Ipad sono diventate, in poco tempo, un must ed anche un sogno per tutti quelli che hanno un minino di fantasia e cercano l'idea giusta da tramutare in "apps" per fare soldi facili. E' questo uno degli ultimi sogni regalatici da Steve Jobs in questi anni che è riuscito a portare il mondo, e la nostra vita, in giro su 137 grammi.
Io non ho un macintosh, non ho un ipod, nemmeno un iphone e neanche l'ipad: mi sono sempre accontentato di similari prodotti anche più economici.

Recentemente un amico è "passato al Mac" (uno dei tanti) e gli ho chiesto com'è l'adattamento e lui mi ha risposto: è come cambiare sesso!
Non ho neanche affrontato, e non intendo farlo, questa ultima esperienza.
Perà ammetto, da utilizzatore di windows, che è stata solo la pigrizia, d'adattamento e soprattutto quella economica, a tenermi lontano da quei goiellini che funzionano alla perfezione e vanno oltre l'essere uno status symbol.
In autobus stamattina tre ragazze si scambiavano messaggi e foto e quant'altro dai loro iphone. Ho detto loro: è morto Steve Jobs. E chi è?  Mi han chiesto.
Forse ci vorrebbe l'applicazione iSteve che racchiudesse tutti i discorsi sulla vita di questo 56enne da 7 anni malato di cancro al Pancreas: memorabili le sue presentazioni come le sue lezioni ai giovani. Facile ritrovarle in internet.
Ma iSteve dovrebbe essere l'applicazione di un uomo che tutta la vita si è applicato, instancabilmente, diventando un guru e cambiando realmente il modo di vivere di tutti noi: uno dei più grandi inventori, uno dei più grandi innovatori.
Un uomo che dal palcoscenico di un teatro, in compagnia di questo oggetto di dimensioni sempre più piccole, inscenava per ora una rappresentazione della vita, un sogno, a portata di mano per tutti e non solo in termini di grandezza fisica.
Un uomo che si è applicato tutta la vita e che ora, a soli 56 anni, muore perchè quella livella (qualcuno ironizza già sull'applicazione iLivella) non guarda in faccia nessuno e se hai quella malattia muori anche giovane come tuo suocero, come tuo padre, come l'amico e come Steve Jobs che ha lottato con tutti i mezzi contro la malattia senza trovare l'applicazione giusta per uscirne, lui e tutti noi.
Girano già in rete tantissimi commenti. Mi piace riportare questo. Tre mele cambiarono il mondo: quella di Adamo ed Eva, quella di Newton e quella di Steve Jobs.
Riporto solo una delle tante frasi che ce lo hanno reso celebre e lo rendono eterno: "La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita: spazza via il vecchio per far spazio al nuovo"
Muore anche lui a 56 anni: giovane, non vecchio, e non ci consola il dire che "di là" avranno bisogno di lui forse per implementare iParadise, l'applicazione che ci riguarda tutti, quella che dobbiamo lasciare accesa tutto il giorno, compresa la notte, per poter arrivare al cospetto del più grande inventore di tutti, Dio Padre.
Salutacelo, Steve!

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