martedì 21 giugno 2011

Dal mare a Pontida e ritorno

Ero indeciso se andare al mare ed a Pontida od astenermi. Ho scelto il mare in coerenza con la Domenica precedente ed anche con i miei doveri di sposo e padre: ricongiungermi con la mia famiglia. Una Domenica di sole e mare forza quattro: cavalloni bellissimi per veri nuotatori, per pochi surfisti e per far divertire i bambini, anche i miei, sulla battigia. Ogni tanto da sotto l'ombrellone ho buttato un occhio alla tavoletta elettronica per leggere le Agenzie sul discorso di Bossi attesissimo da tutti, in questi giorni. "Chiediamo il trasferimento di quattro ministeri al nord", chiede il Senatura. Mi ridirigo alla spiaggia pensando: e perchè no un ministero per regione così accontentiamo tutti ed applichiamo il vero federalismo? Passa qualche minuto e ritorno all'ombrellone in attesa di chissà quale fulmine a ciel sereno da Pontida e leggo: "Non è detto che la leadership di Silvio Berlusconi resti anche per le prossime elezioni". E dov'è la novità? Ormai lo dicono tutti e ci manca solo che lo dica il diretto interessato. Riprendo secchiello e paletta e corro dai bambini. Pausa per il vento fresco che lambisce la piccola baia di Sori e, approfittando di mia moglie che ingloba i figli in accappatoi, leggo le ultime agenzie: "Stop alla guerra in Libia e vera riforma fiscale", il tutto condito con una serie di parolacce. Sullo stop alla guerra in Libia sono d'accordo: 8 milioni di euro al giorno per bombardare non sappiamo neanche chi e che cosa, mi sembrano davvero un motivo valido per mandare a quel paese un governo ed un'alleanza atlantica. Sulla riforma fiscale ormai nutro qualche dubbio. Noi poveri cittadini italiani stretti tra gli aumenti dei costi e le tenaglie di Equitalia, o vediamo una vera sforbiciata oppure che non mi passino per riforma fiscale l'annullamento di qualche gabella per poi prendermi i soldi dall'altra parte. Mi convinco sempre più di aver fatto bene a scegliere il mare e non Pontida in mezzo ad ottantamila padani e col rischio di essere investito dal Trota in bicicletta o di essere coinvolto nei canti di Salvini. Poi guardo il telegiornale e, da uomo del nord, mi assale un po' di nostalgia per quel pratone, per quelle bandiere che sventolano, quel verde dovunque ed anche, lasciatemelo dire, anche per la voce del Bossi che a tratti è tornata quella di una volta, quella del condottiero, quella dell'innovatore prima del tremendo ictus che lo ha limitato e non poco. Certo, vedere Maroni troppo calato nella parte, che sembra un bodyguard, e sentire alcuni padani che ancora cantano "secessione, secessione, secessione" fa un po' pena: non ci credevo venti anni fa figurati ora che ci sono meno soldi anche per fare le rivoluzioni. Si va avanti, tutti parlano di penultimatum, di chiusura a sinistra, di apertura al nord. Chiudo il telegiornale e chiudo la tavoletta elettronica: le onde sono ancora alte, quasi quasi provo a fare un po' di surf. La mia Pontida è qui, con la mia famiglia, quella a cui tutti i giorni devo assicurare un oggi ed un domani e non mi aspetto più, neanche dalla Lega, l'idea rivoluzionaria che mi faccia stare tranquillo e sereno. "Ghe pensi mi", mi ripeto mentalmente guardando i miei figli. Ci penso io a voi che se aspettiamo questi qua chissà che non finiamo a vivere in mezzo al prato per davvero.
Pubblicato il 20 giugno 2011 su inlibertà.it

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