venerdì 11 maggio 2007

Io promuovo la famiglia

PROMUOVI LA FAMIGLIA, È UN TUO DIRITTO!
DOMANI 12 MAGGIO, ALLE ORE 15, IN PIAZZA SAN GIOVANNI IN LATERANO,
ASPETTIAMO ANCHE TE.
Diminuiscono i matrimoni, aumentano le convivenze e i single. Sposarsi, avere dei figli, non ‘conviene’ più in termini monetari. Lo Stato invece di agevolare le famiglie tradizionali, le penalizza. A dirlo, ormai dal lontano 1975 è la Corte Costituzionale attraverso alcune sentenze.
E’questa la fotografia scattata alla famiglia italiana del nuovo millennio, un nucleo che attraversa quotidianamente mille difficoltà. Ecco alcuni esempi: Le trattenute Irpef L’attuale sistema di tassazione non prevede l’esistenza della famiglia, intesa nel senso più tradizionale del termine (padre, madre e figli, non famiglia nucleare). Un single che guadagna 40.000 euro l’anno viene tassato allo stesso modo di un capofamiglia con 2 o più figli. In pratica il nostro sistema di tassazione manca della forma più equa ed intelligente: quella pro-capite. Mettiamo che in una famiglia di 6 persone entrino, per esempio, 50.000 euro l’anno. Il suo reddito pro-capite, ammonterebbe a 8.333 euro l’anno, che andrebbe tassato come tale. Invece gli scaglioni Irpef sono applicati per reddito complessivo, e non per reddito pro-capite. Le cosiddette “detrazioni per familiari a carico” non fanno che restituire una minuscola parte di quello che viene ingiustamente tolto pagando le tasse. Inoltre il recente passaggio da “deduzioni” a “detrazioni” fa aumentare le trattenute degli enti locali, che incidono sull’impoverimento economico della famiglia.
L’assistenza sanitaria I ticket sulle prestazioni sanitarie sono sempre più cari. Anche in questo caso, l’eventuale esenzione non è concessa in base al reddito pro-capite, ma semplicemente per l’età o il reddito complessivo. Per esempio un uomo over 60, single, che guadagna 36.000 euro è esente dal ticket, a differenza dei membri di una famiglia di 6 persone in cui il reddito pro-capite è di 6.000 od anche 3.000 euro.
Il bollo auto Il bollo auto è un’altra di quelle tasse che si pagano con criteri oggettivi inspiegabili. Praticamente, più un’auto è di grossa cilindrata, e più aumenta il costo del bollo. Ma lo Stato sembra non valutare la possibilità che spesso, dietro l’acquisto di una vettura a 7 o 9 posti, si cela per una famiglia numerosa una necessità imprescindibile, e non un simbolo di status. Nell’ultima finanziaria, inoltre, le vetture che superano i 100 Kw vanno incontro ad un aumento del bollo pari al 50%. Inutile osservare che in questa categoria cadono, indistintamente, anche le vetture per famiglie numerose.
Gli assegni familiari Gli assegni di famiglia, rientrano in una logica ‘assistenzialista’. L’ottica dello Stato è quella di aiutare, anche se in modo irrisorio, coloro che hanno voluto concedersi il ‘lusso’ di avere dei figli, utilizzando una parte dei fondi della nazione. Assegni familiari che vengono tolti se uno dei coniugi diventa libero professionista, oppure decurtati se uno dei figli arriva alla maggiore età compiendo 18 anni: in quest’ultimo caso il figlio scompare letteralmente dalla dicitura relativa al nucleo, come se fosse andato a vivere altrove con una sua casa ed un suo stipendio; in realtà sta frequentando il penultimo anno di scuola secondaria superiore ed ha ancora davanti tutta l’università. (Con la nuova Finanziaria vengono considerati anche i figli fino ai 21 anni di età; ma solo per le famiglie con almeno 4 figli inferiori ai 26 anni).
L’Ici L’Imposta sulla casa è pagata in base al valore catastale della stessa. Valore tanto più alto quanto maggiore è il numero dei metri quadri o dei vani. Al legislatore non interessa nulla che il numero dei vani in molti casi salga col numero dei figli che abita in quella casa. Moltissimi genitori affrontano grandi sacrifici economici per offrire alla propria famiglia un alloggio idoneo alle necessità dei suoi componenti, e lo Stato non solo non offre alcun particolare sostegno in questa direzione, ma si ostina a tassare i metri quadri per i figli allo stesso modo di quelli di una reggia ove un single, magari ricco, vive da solo. Eppure la legge esige certi criteri minimi di abitabilità: numero idoneo di bagni o di camere a seconda dei componenti del nucleo, ecc. I genitori che non si adeguano rischiano sanzioni e, in certi casi, perfino il sequestro dei figli da parte dei servizi sociali, ma il primo servizio sociale è aiutare, o almeno non sovratassare, la famiglia con figli.
L’Isee Un numero sempre crescente di agevolazioni (borse di studio, contributi libri di testo, rette scolastiche) fa riferimento all’Isee, l’indice di ricchezza di una famiglia. Premesso che nel calcolo dell’Isee rientra anche il reddito della prima casa (che inevitabilmente sale col numero di metri quadri da offrire ai figli), la più palese ingiustizia è che, nei calcoli, ogni figlio non è conteggiato pari a 0,35, piuttosto che pari a 1, a significare che se il papà o la mamma cercano di guadagnare di più per far fronte a tutte le spese di tutta una famiglia, anche l’Isee sale di conseguenza.
Art. 31 della Costituzione Italiana: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”. Paradossalmente sono più agevolate le coppie di fatto o le finte separazioni: nessun cumulo dei redditi, precedenze nelle iscrizioni presso asili, precedenze per la casa, per i servizi pubblici, assegni familiari superiori in quanto basati su falsi monoreddito, ecc. 
CHE COSA SI PUO FARE?
Si potrebbero correggere tutti questi meccanismi fiscali iniqui semplicemente introducendo nel nostro paese il meccanismo del Quoziente Familiare, che già la Francia adotta da anni con successo e che ha avuto come risultato un’evidente innalzamento della natalità d’oltralpe.
Sono sempre più numerosi i paesi europei che, in materia di tassazione dei redditi, impiegano sistemi – come, appunto, il quoziente familiare, che individuano la famiglia come entità economica fondamentale, partendo dal presupposto che le principali decisioni economiche su come impiegare il reddito sono adottate congiuntamente e in riferimento alle disponibilità complessive del nucleo familiare. Pertanto, il benessere di un individuo è strettamente correlato al benessere della famiglia in cui è inserito. La somma dei redditi dei componenti rappresenterebbe, dunque, l’indicatore più significativo della capacità di pagare le imposte.

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