venerdì 28 febbraio 2003

Il sorriso della morte: il saluto ad Alberto Sordi

Finisce la partita della Roma e ci rechiamo al Campidoglio per compiere anche noi il rituale romano del saluto ad Alberto Sordi.
Siamo circa una decina, giovani, contenti che la “magica” ha incredibilmente trionfato sul Valencia in terra spagnola.
Con noi migliaia di persone, bambini ed adulti, molti dei quali di ritorno dai pub dopo aver visto anche loro la partita.
Ci mettiamo in coda.
Marco Aurelio ci osserva mentre scorriamo sotto il suo cavallo.
Uno schermo gigante proietta continuamente immagini dei film di Albertone.
“A maccarone, m’hai provocato? Ed io mo te magno.” Indimenticabile “Un Americano a Roma”.
Ed altri ancora.
La gente sorride, ride.
Qualcuno abbozza un applauso. Ci riprova.

martedì 18 febbraio 2003

I Pacifessi

I PACIFESSI
Sono un “pacifesso”, uno di quelli che non va di moda, uno di quelli che vuole la Pace sempre e non solo quando non ha panni stesi sul balcone.
Sono un pacifesso, uno di quelli che ha comprato la bandiera ma me la tengo in casa visto che in piazza ce ne erano tante altre, inneggianti a partiti politici o “rivoluzionari” che hanno interpretato la Pace a modo loro.
Sono un pacifesso, uno di quelli che non si fa le canne per non buttare via la propria vita, uno di quelli che guida la moto sempre col casco, che rispetta il codice della strada, le leggi, la vita mia e quella altrui.
Sono un pacifesso, sia che a sparare siano i russi che gli americani, sia che a cremare sia Hitler o Stalin, sia che a condannare a morte sia la Cina che l’America, sia che a morire siano i preti cattolici che i musulmani o gli ebrei
Sono un pacifesso perché a casa ho la bandiera con la foto di quel ragazzo di Tienamen, della mia età, che ferma da solo un carro armato ma… non la porto in giro….
Sono un pacifesso, uno di quelli che ha sempre manifestato per la Pace, in Italia e nel mondo, facendomi le lunghe camminate tra Perugia ed Assisi, ma mi incateno anche fuori dal Parlamento per difendere i diritti umani, primo di tutti quello a nascere.
Sono un pacifesso perché nel segreto della mia cameretta, la sera, rivolgo lo sguardo al mio Dio e chiedo a lui di venirci incontro e donarci la Pace perché con le sole nostre forze, purtroppo, a volte proprio non ce la facciamo.
Mi sento un pacifesso perché nel piccolo del mio quotidiano diffondo la Pace: in casa, al lavoro, in palestra, in discoteca e con gli amici e non lo sbandiero per le piazze solo quando va di moda o solo quando qualcuno mi raduna per un suo tornaconto.
Mi chiamano pacifesso ma mi va bene lo stesso.

giovedì 13 febbraio 2003

Nessuno lo ha chiamato Papà

Me li immagino, il 17enne e la 15enne, che vivono la loro storia d’amore, si “amano” come oggi è troppo facile, e forse d’obbligo, cominciare a fare da adolescenti e poi lei che corre in farmacia, si compra il test di gravidanza…. Lo riprova chissà quante volte col cuore che batte ed attaccata al cellulare con lui dall’altra parte che le dice: ma sei veramente sicura? Sì, è positivo… aspetto un figlio…. Me lo immagino il panico di quelle ore come se la possibile guerra in Irak fosse nulla, come se i morti per Aids fossero nulla, come se il passato superato coraggiosamente fosse nulla: che cosa sono tutti i mali del monto a confronto con una gravidanza indesiderata?

lunedì 3 febbraio 2003

La primula del giorno dopo

Si presenta al tavolo una signora, una di quelle che ti cominciano a sorridere a cento metri di distanza. Certo, pensi, la faccia questa mattina, svegliatomi presto per venire qui in Vaticano a gonfiare palloncini, non è delle migliori ma…ridere da una distanza così notevole mi sembra esagerato. Fa freddo anche a Roma, e non me l’avevano raccontato. Ci troviamo a gonfiare con l’elio (che non è un volontario ma una gas) centinaia di palloncini e mongolfiere per sperare di poter alzare, ad altezza Papa, la nostra scritta: Si alla vita. La signora si avvicina ancora al banchetto e, sempre sorridendo (che bello vedere la gente sorridere) chiede un vasetto di primula.
La primula della vita, il nostro fiore, il fiore primaverile che ormai è un altro simbolo efficace della nostra associazione diffuso in migliaia di piazze italiane nonostante i media non ne accennino minimamente.