lunedì 27 gennaio 2003

Della vita anche al mercato

Eccola la XXV giornata per la Vita che come Movimento ci apprestiamo ad animare in quasi tutte le parrocchie di Italia. La Giornata per la vita, difatti, è indetta dalle Cei ed il Movimento per la Vita Italiano vi aderisce portando il suo importante e particolare contributo non solo organizzativo ma anche culturale.
“Della vita non si fa mercato” è il bellissimo titolo scelto dai vescovi per questo 2003 e l’attenzione vieni richiamata sulle varie forme di considerazione della vita umana come merce: “dalla soppressione della vita nascente  con l’aborto al commercio di organi dei minori, ai bambini soldato, alle prostitute schiave, ai ragazzi ed alle ragazze sottoposti ad abusi sessuali, alla speculazione sul lavoro minorile, ai lavoratori sottopagati e sfruttati….”
Dei messaggi dei Vescovi ho sempre apprezzato l’attualità. Leggendo e rileggendo questo elenco di moderne schiavitù chi di noi non ha ricondotto alla mente immagini vicine delle nostre città? Chi di noi non ha rivisitato luoghi od articoli di cronaca che giustappunto parlavano di questa e quell’altra schiavitù?

Della vita non si fa mercato: bellissimo titolo! Grazie Vescovi Italiani.
Ma un riferimento ulteriore mi sovviene dall’ultima settimana di formazione giovani svoltasi a Dobbiaco quando il prof. Aldo Mazzoni,  con riferimento alla fecondazione artificiale, ha parlato del “senso del possesso” delle madri che pagano per produrre figli.
Già una madre nutre verso i figli un sano (non sempre) senso del possesso prima di rendersi conto che questi sono “frecce da lanciare”, come diceva Gibran in quel memorabile pensiero sulla famiglia ed i figli.
Ancor di più questo “senso del possesso” si accentua, diventando malattia, quando una madre, ed un padre, sanno che  per aver quel figlio hanno anche pagato, e pagato caro.
“Tu non puoi fare quello che vuoi perché io ho pagato per averti! Tu non puoi scegliere di giocare a calcio ma devi andare a danza classica perché io ho pagato per farti nascere quindi ora o fai quello che dico io o mi restituisci almeno i soldi! Con tutto quello che ho speso e sofferto per averti è questa la riconoscenza”
Inorridisco nello scrivere e nel pensare a questi scenari possibili del prossimo futuro, ed anche attuale presente.
Della vita non si fa mercato vuol dire anche questo ed i Vescovi Italiani lo richiamano perfettamente nel loro messaggio.
Della vita non si fa mercato vuol dire che non si può “pensare al figlio come un oggetto che sarà posseduto da chi lo avrà “prodotto”, una merce alla stregua di altre merci.”
Ecco il forte ed attualissimo richiamo che guarda alle nuove frontiere della Bioetica ed ecco dove deve volgere, primariamente, il nostro impegno in difesa di ogni essere umano dal concepimento ricordandoci sempre che, facendo questo, difendiamo ognuno di noi: il nostro passato, il nostro presente e soprattutto il nostro futuro.
Ed in questo mercato dobbiamo mettere il nostro banchetto informativo, e formativo, permanente e stare lì in mezzo a diffondere il vangelo della Vita.

Giorgio Gibertini
Resp. Nazionale giovani
Movimento per la vita Italiano

www.mpv.org - Giorgio@mpv.org

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